La prima camera che mi assegnano al Summer Lodge, l’ostello che ho prenotato a Kota Kinabalu, è stata finita di tingere forse un paio d’ore prima. C’è la puzza di vernice irrespirabile anche a finestre spalancate, per cui esigo un’altra camera: l’unica rimasta è senza finestre, ma oltre al letto ha un divanetto. Non mi ci fossi mai seduto per quei dieci minuti a testare la connessione wifi in stanza! Mi sento mangiare vivo la schiena, ma come percepisco immediatamente non sono punture di zanzare, e come avrò la certezza il mattino dopo, sono i fottuti bedbugs, incubo di chi viaggia a queste latitudini.

Sarà solo il primo episodio di una serie di problemi con il Summer Lodge, ma soprattutto di una lotta ìmpari, nella quale puoi solo limitare i danni, contro nemici invisibili che mi tormenteranno durante tutta la mia permanenza in Sabah e anche in certi posti nelle Filippine.

Riuscirò ad evitare altri bedbugs, ma non l’assalto quotidiano di minuscole zanzare che non senti e non vedi, ma di cui ti accorgi solo dopo che ti hanno succhiato un po’ di sangue e lasciato il loro fastidiosissimo marchio, preferibilmente su mani e piedi. Sempre che te lo lascino il marchio. Ricordo di almeno un paio notti in cui mi sono svegliato con incontrollabili tremori e rossori alle mani, che ho dovuto calmare spargendomi abbondante balsamo di tigre, sempre a portata di mano vicino al mio cuscino, salvo poi non trovare segni il mattino dopo. Solo in Sabah.

Perché normalmente, oltre a interromperti il sonno in piena notte, il momento peggiore è al risveglio mattutino, quando gli occhi ancora faticano a restare aperti, ma i ricordini delle visite dei tuoi nemici notturni si manifestano con la maggior intensità. Mi vengono in mente gli americani in Vietnam: loro a caccia di Charlie, che si nasconde nei minuscoli Cu Chi tunnels e viene fuori quando meno te lo aspetti, e prima che tu possa vederlo ti ha già colpito ed è battuto in ritirata. Solo che loro fanno anche la parte degli americani di notte: quando con il loro ronzio che sembra l’avvicinarsi di un elicottero puntano decise verso il tuo orecchio appena hai spento le luci della stanza, e prima che tu possa addormentarti ti avvisano che ti aspetta un’altra notte di tensione, anche se poi ti colpiranno immancabilmente all’alba.

In realtà non c’è posto, momento della giornata, dove questi insetti infinitamente piccoli e infinitamente bastardi non siano in agguato. Per esempio adesso mentre scrivo qui nel Bermuda Beach Resort di Sipalay, è mezzogiorno, sono seduto sul computer da dieci minuti e sento già almeno il sorgere di quattro nuovi centri di fastidio sul mio corpo. Non puoi farcela, puoi solo limitare i danni. Magari essendo meno pigro e ricordandoti di mettere il repellente ogni volta che senti le avvisaglie di un attacco anziché cercare di combattere una guerra persa in partenza.

Certo esistono anche i momenti di soddisfazione: ogni volta che ne ammazzi una con la violenza del tuo applauso o con l’abilità della racchetta elettrica che nel sud est asiatico va tanto di moda, senti di avere fatto qualcosa di utile per il bene dell’umanità, anche se gli ecologisti obietterebbero che le zanzare e gli altri insetti sono fondamentali nel mantenere l’equilibrio della catena biologica alimentare. Ma considerando che l’uomo questo equilibrio lo minaccia da sempre, e ci sono molte altre opere in corso che potrebbero portarci più rapidamente all’autodistruzione, perché non ci mettiamo, almeno una volta, tutti d’accordo e proviamo a sterminarli tutti? Voi potenti che reggete i destini del mondo fatelo e avrete il mio appoggio nel vostro piano di instaurazione del nuovo ordine mondiale. 

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