Le spiagge di Pipa, le altre spiagge gli fanno una pippa

La prima notte a Pipa è disturbata dalla musica a palla, ma la prima mattina è pure peggio. Alle 6 qualche lavoratore della Pousada, interrompe il dolce cinguettio degli uccellini sparando a tutto volume qualche disco di forrò di dubbio gusto per stimolare il risveglio suo e possibilemente di tutti quegli che gli stanno intorno, la maggior parte dei quali è andata a dormire da poco. Fortuna che, si fa per dire, ero già sveglio anche stavolta.

Il momento più aggregante in una pousada brasiliana è la colazione: tutti intorno al tavolo che è di fronte alla mia amaca di fronte alla mia camera. Così posso finalmente rilassarmi mangiando e ascoltando quello che hanno da raccontarsi, dondolandomi sulla mia rete con occhi semichiusi.

Alle 11 incontro finalmente Emilio e posso trasferirmi nella nuova casa. La casa sè più grande di quello che mi aspettavo, ma è molto mal tenuta e sporca. Non c‘è tempo però per preoccuparsi perchè Emilio inaugura la presenza del nuovo coinquilino rollando uno in fila all’altro tre joint di macoña, che condivido con piacere.

Quindi ci diamo appuntamento in spiaggia, ma Emilio tarda ad arrivare, per cui consumo il mio pranzo in solitudine nella prima barraca sulla spiaggia, di quelle che in alta marea le onde arrivano fino alle sedie e sfiorano i tavolini in plastica.

E’ troppo ventoso per stare in spiaggia, quindi mi ritiro facendo un paio di vasche su e già in quella che è praticamente l’unica via del paese.

Emilio mi ha paccato anche stavolta.