Faiza from Mindanao, like this pretty girl

Lascio la Thailandia alle undici di mattina di domenica tredici aprile, primo giorno ufficiale di Songkran, dimenticando i preziosi fermenti lattici in frigo. Volo Chiang Mai-Kuala Lumpur, euro settanta. Non fidandomi dei frequenti ritardi di Air Asia (il giorno che sono arrivato il mio aereo Bangkok-Chiang Mai è partito con cinque ore di ritardo, facendomi atterrare alle due del mattino e costringendomi a passare la notte sul terrazzo della Julie’s guesthouse insieme a due ragazze ticinesi conosciute durante la lunga attesa), avevo deciso di acquistare il biglietto per Kota Kinabalu solo all’arrivo nella capitale malese. La mossa mi costa quasi il doppio che a comprare un giorno prima via web, ma almeno devo aspettare solo un paio d’ore prima di rimettermi in volo.

Quando mi metto in fila all’imbarco noto per la prima volta al mio fianco una bella ragazza dai lineamenti particolari, impegnata a sbadigliare. Il mio sguardo la cattura a bocca spalancata, le sorrido, lei mi sorride. Mentre percorriamo il tunnel spalla a spalla la riguardo bene, è davvero bella, e lei ricambia soffermandosi quel secondo in più per dare coraggio pure a un timido come me.

La lascio andare avanti un metro così posso vedere dove si siede e piazzarmi nel posto accanto. E lei cosa fa? Con tre quarti dei posti ancora vuoti va a prendere posto tra il finestrino e un indiano grande e grosso. Occasione sfumata, mi accomodo deluso qualche fila dietro, raggiunto in seguito da una signora con due bambini piccoli e capricciosi che mi disturberanno il sonno per tutte le due ore e mezza del volo.

Mentre aspetto la valigia all’arrivo e sfoglio i dèpliant turistici la rincontro e ci scambiamo le prime parole. Noto che lei arraffa quelli con la scritta in cinese (eppure è troppo mulatta e ha gli occhi troppo poco a mandorla, sarà di qualche raro gruppo etnico del Borneo a me sconosciuto), io mi lamento simpaticamente che non c’è niente in inglese, lei solidarizza e si rimette a chiacchierare con la donna vicino lei, con cui deve aver fatto amicizia durante il viaggio.

Passata la dogana dopo le otto di sera non vedo nessuno col cartello col mio nominativo o la scritta Summer Lodge, che è il nome dell’ostello che avevo prenotato e che prometteva sul suo sito il pick up gratuito a patto di fermarmi tre notti. Scocciato vado a un telefono pubblico, e mentre mi sento dire che non risulta la mia prenotazione (fatta per e-mail e confermatami per telefono il giorno prima), e devo arrangiarmi prendendo un taxi che non verrà rimborsato, lei è di nuovo li che si attacca al telefono accanto.
Quando finisco la mia telefonata lei mi chiede: sei da solo? Anch’io stavo viaggiando da sola… posso venire a stare nel tuo albergo? Voglio dire, nella stessa stanza?

Wow, che rapidità! Scatta l’erezione istantanea mentre acconsento entusiasta pensando ai fuochi d’artificio della notte che mi aspetta, lei fa un’altra telefonata rapidissima, al termine della quale si gira verso di me ridendo:
Joking! Stavo scherzando! Mi viene a prendere a friend (e rimane il dubbio se sia un’amica o un amico), prima non ha risposto al telefono, adesso si. Però se vuoi ci vediamo uno di questi giorni”.
E mi lascia il suo numero di cellulare (“Mi chiamo Faiza, ma se preferisci puoi chiamarmi Shirley”) a stemperare la delusione di un’ardente illusione durata, almeno per stasera, solo pochi secondi.

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