Vagabonding around the World

La migliore assicurazione di viaggio


Dopo dieci anni in giro per il mondo sono arrivato alla conclusione che l’assicurazione di viaggio è tutto sommato inutile. Certo può capitare la situazione estrema dove devono trasportarti d’urgenza in elicottero, perchè ti trovi sperduto in un posto dove l’ospedale più vicino è a XXX ore di viaggio.

Non è necessario essere in mezzo all’Amazzonia o sulla cima dell’Everest per trovarsi in una situazione del genere: ricordo per esempio che la paradisica Jericoacara è raggiungibile solo viaggiando per cinque ore in 4×4 tra le dune e la spiaggia del Parco Nazionale del Cearà. Un viaggio stupendo, però se ti succede qualcosa e hai urgenza di cure mediche è un problemino non da poco. Come se non fosse abbastanza la sfiga di trovarti in una situazione del genere, se non hai l’assicurazione il viaggetto e le cure rischiano di costarti decine di migliaia di euro.

Però statisticamente perchè ti trovi in una situazione del genere devi trovarti in una situazone ad alto rischio: per cui se noleggio una macchina o faccio un trekking estremo, magari mi pago anche l’assicurazione per l’escursione che oltretutto non è coperta dall’assicurazione generale di viaggio.

Ho fatto l’assicurazione per 8 anni e mi è capitato di usufruirne 2 volte: per l’intossicazione alimentare che ho avuto a Pai, e quando mi hanno rubato la valigia sull’autobus che mi portava all’aeroporto in Costarica.

Le altre volte che ho dovuto comprare medicinali o fare visite specialistiche, (mi è successo in Bolivia, Nicaragua, Colombia ed Ecuador) le spese o non erano coperte dalla franchigia o (e) erano semplicemente talmente basse che comunque erano decisamente minori del costo dell’assicurazione.

Certo la situazione è differente se vai negli Usa o in Giappone. sapendo quanto assurdamente costosi possano essere questi paesi anche solo per la più banale delle visite, sarebbe stato meglio premunirsi. Facendo il conto avrei potuto risparmiare qualche centinaio di euro in questi anni, così è dal Dicembre 2010 che viaggio (in)consciamente senza polizza.

Tutto questo preambolo per dire che nell’ennesima variazione della legge di Murphy, dopo mesi in cui ho goduto di una forma fisica inviadibile, che mi hanno portato solo poco più di un mese fa a correre 73km in due giorni, martedì scorso qui in Giappone ho dovuto fare una piccola operazione d’urgenza che mi è costata sarebbe costata 300 euro.
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Le emorroidi sono un problema molto comune per chi fa una vita sedentaria, ma per fortuna negli ultimi dieci anni la mia vita è stata piuttosto movimentata. Così, complice anche un cambio nella dieta (nei paesi tropicali ho scoperto il piacere di fare colazione con muesli e yoghurt, e in generale a consumare molta frutta e verdura fresca, come suggerisce il manuale del buon nutrizionista), i periodici problemi di stitichezza e ragadi anali con cui ho fatto i conti nei miei primi 30 anni di vita, sono stati molto sporadici.

Con o senza assicurazione, andare dal dottore in Giappone può significare separarsi di parecchi biglietti da mille yen


Quando viaggi e cambi continuamente le tue abitudini alimentari è normale avere periodi di adattamento, ma uno dei benefici di questi cambi continui è che gli organi digerenti diventano più forti e flessibili. Così, quando all’improvviso settimana scorsa ho cominciato a sentire prima una forte irritazione, e poi nel giro di un paio di giorni a sanguinare copiosamente dal culo, la sorpresa è stata grande.

A posteriori è facile individuare le cause di questo improvviso attacco: nelle ultime due settimane di caldo umido a Miyako ho passato parecchie ore in bicicletta e molte di più seduto su un divano in pelle davanti al pc. Inoltre qui non c’è muesli, la frutta costa un occhio della testa e lo yoghurt è diverso.

Un cocktail di stile di vita sedentario (o di attività stressanti per quelle aree come il ciclismo) e alimentazione deficitaria, aggiunte a una settimana di forte stress dovuto a cause di cui magari parlerò presto, che in pochi giorni mi ha causato un’irritazione mai avuta prima.

Dalla quantità di sangue che ho perso per tre giorni e dal fatto che sentivo come un rigonfiamento insolito ho capito che non era un qualcosa da prendere alla leggera, ma il semplice pensiero di dover andare dal dottore in Giappone mi terrorizzava.

Così dopo un week end di sofferenze, lunedì avevo deciso che ne avevo avuto abbastanza e era arrivato il momento di stare bene. Anche se continuavo a sanguinare copiosamente, mi sembrava perdessi meno sangue del giorno prima e così la sera sono andato alla mia lezione di karate.

Dopo 20′ ho perso il mio tampone insanguinato. Il mio maestro Hitori al corrente dei miei problemi, se n’è accorto, mi ha dato delle salviette e mi ha indicato il camerino perchè potessi riproteggermi. Quando pochi minuti dopo ho perso di nuovo le salviette prontamente insanguinate ha capito, lui prima di me, che era una cosa seria e mi ha mandato a casa.

Ayako è il mio angelo che mi è venuta a prendere all’aeroporto, e si è presa cura di me dal primo giorno in Miyako. Senza di lei, con il mio giapponese che dopo due mesi è ancora vergognosamente (vergognosamente perchè nel mese e mezzo che ho passato a Miyako studiare la lingua era la mia priorità uno, due e tre e ho fatto pochissimi progressi) quasi inesistente, qui non posso muovere un passo. Quando Hitori sensei l’ha avvisata di portarmi alla clinica del paese, dove oltretutto lo specialista in queste cose è un loro amico, non aveva il tono di chi vuole discutere.

Ho cercato di convincerla che odio gli ospedali, che penso che i medici esagerino sempre e il più delle volte prescrivono cure inutili. Che non ho l’assicurazione e non posso permettermi di spendere centinaia di euro in qualcosa di non urgente, quando tra tre settimane sarò in Korea e magari potrò avere le stesse cure a una frazione del costo. Senza nessuna offesa per la qualità dell’assistenza medica giapponese, che come in tutte le cose, è sicuramente all’avanguardia.

Sì a vedermi a mente fresca riconosco di essere patetico. Anche se fossero qualche centinaio di euro, la salute viene prima di tutto.

Quindi mi sono fatto convincere a fare almeno la visita in clinica, a patto che Ayako spiegasse al dottore che le mie finanze piangono e che se non è assolutamente necessario vorrei evitare ogni operazione.
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La clinica è piccola, ma ben attrezzata. All’ingresso, come in tutti gli uffici pubblici giapponesi, c’è un atrio dove togliersi le scarpe e mettersi un paio di ciabatte fornite dalla clinica. Ciabatte che poi all’uscita verranno messe in una macchina che le pulisce automaticamente. Prima di essere visto dal dottore mi vengono misurate altezza, peso, pressione, temperatura, battito cardiaco.

Si le emorroidi fanno schifo. E ci sono foto molto più disgustose se cerchi


Il dottore è giovane e parla un po’ di inglese. Mi avvisa gentilmente “ti sto per mettere un dito nel culo”. Subito dopo mi spiega che ho un emorroide esterna e che me la deve togliere. “Ima”, now, subito. Ayako le spiega che non ho l’assicurazione. Il dottore le dice che senza assicurazione mi costa circa 300 euro. Vede la mia faccia terrorizzata e dice qualcosa come “lo posso fare come servizio”. Ayako me lo traduce come “mi farà uno sconto”.

L’operazione è veloce e indolore. Il dottore che potrei continuare a perdere un po’ di sangue per un paio di giorni, e di tornare l’indomani mattina per un controllo. Tutto compreso non credo di essere rimasto con lui più di 10 minuti. Torno in sala d’aspetto e quando mi viene consegnato il cartellino da presentare alla prossima visita, l’impiegata dell’accettazione dice ad Ayako “siamo a posto così”.

So nan da?” esclama Ayako raggiante. Mi spiega che non dobbiamo pagare niente, il dottore lo ha fatto come completamente gratis.

Dopo qualche ora faccio la doccia e il tampone che mi ha applicato ha una piccola macchia di sangue, ma nulla più. La sera finalmente cago dopo quasi 3 giorni di astinenza. Osservo il salsicciotto marrone di dimensioni spaventose, ma la cosa che mi fa piacere è che non mi è uscita una goccia di sangue. Nessun dolore.

Il mattino dopo prima di tornare per il controllo evacuo un’altra volta. Al dottore spiego raggiante “no blood, no pain”. Lui mi dice che salvo complicazioni non devo più tornare e mi congeda. Anche questa volta senza chiedermi nulla.

L’assicurazione migliore in Giappone è la bonta della sua gente.

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  1. per fortuna che ora stai bene..cmq io l’assicurazione l’ho fatta con la speranza di non doverla usare!
    dopo quasi un mese di turchia.. non riesco ancora ad abituarmi alla turca!!!qui altro che emorroidi..tra bagno alla turca e kebab!!!:-)

  2. dabesa

    Gratis?!
    Che culo che hai! 😉

  3. Bellissimo articolo!
    Peccato però che dalla metà in poi ho dovuto leggerlo con una mano sullo schermo per coprire la parte sinistra!
    Quel buco de culo non se pò vedè!!! Mi fa senso…
    Spero quindi di non avere problemi in Giappone anche se da quello che ho capito io rientro nel nucleo familiare di mio suocero e non dovrei spendere un occhio della testa! Ma meglio non verificare!
    Anche io cmq in 6 anni di viaggi l’assicurazione l’ho fatta una volta soltanto! In Australia mi hanno pure operato d’urgenza privatamente per un melanoma ma mi sono stati poi restituiti i 300 dollari spesi nonostante non avessi nemmeno la medicare!
    Sarà il culo dei viaggiatori!

    • grazie per i complimenti e si, l’ultima foto è orripilante, ma se gugli trovi ben di peggio e sono tutte vere bleah

      come funziona in Australia? Ho appena letto la storia sul times di come funziona in USA e spero di non doverci andare mai finchè sarà così (70$ per una garza), anche se purtroppo è più facile gli altri paesi copino il modello

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