Sta per cominciare un nuovo anno per la scuola pubblica italiana. Scuola che, come la sanità, una volta era invidiata nel mondo e ormai da anni è purtroppo in caduta libera.

Dopo due anni come insegnante tra medie e superiori, quest’anno, ancora prima che l’orripilante lasciapassare diventasse realtà, ho deciso di restare alla finestra.

Due mesi fa pensavo di saltare solo qualche mese o alla peggio l’intero anno scolastico.

Oggi sono consapevole che con la deriva totalitaria e distruttiva in corso, non potrebbero più verificarsi le condizioni per me di poter svolgere questa professione, per anni o addirittura mai più. Quando oggi, più che mai, vorrei invece dedicarmici fino ai giorni della pensione.

Mi spiace perché, pur con tutti gli errori e le frustrazioni dell’apprendimento, pur con i cronici problemi della scuola italiana, questo mestiere mi stava appassionando ogni giorno di più.

Penso spesso, ogni giorno, agli studenti che ho avuto in questi due anni. Come stanno crescendo, cosa dire in ipotetiche lezioni che non si svolgeranno mai, cosa sono riuscito a trasmettere, consciamente o inconsciamente, nelle loro vite, che va ben a di là delle materie che ho insegnato.

Mi piace illudermi di poter essere una voce sempre disponibile per loro, che li aiuti a formarsi una coscienza critica indipendentemente dall’opinione personale su di me, anche a distanza di migliaia di chilometri e di anni.

Però non potevo più essere complice dei crimini che si stanno compiendo verso i ragazzi di oggi.

Vedere bambini dover portare il lurido pannolino in faccia, scoprire i volti di molti di loro solo mesi, dopo averli visti quasi ogni giorno. Condizionati a igienizzare ossessivamente banchi e penne, a dover mantenere l’insana distanza.. non ce la potevo più fare.

Ma quel che mi ha fatto sinceramente più male, più ancora di vederli anestetizzati e depressi da due anni di sadiche torture, più di genitori iperprotettivi e invadenti, è la colossale ignoranza dei miei (ex?) colleghi.

Gente laureata che dovrebbe avere la vocazione all’educazione e con la responsabilità morale di formare i nuovi adulti, che si è spesso mostrata più infantile e acefala dei ragazzini, trattati con terrore e disprezzo, come fossero imbecilli, portatori di chissà quale peste.

Professori di scienze che vanno in giro con la doppia mascherina, colleghi di ogni materia gioiosi di andare in DAD e che tengono allo schermo gli studenti per un’ora di orologio con antiquate lezioni frontali, nonostante per regolamento interno non si dovrebbero superare i 40′.

Non so con che coraggio, con quale dignità, un genitore acconsenta di distruggere gli anni migliori e più spensierati dei loro figli. Di mettere a rischio la loro vita e la loro salute per sempre, per essere mandati in campi di concentramento che li rincitrulliranno ogni giorno di più.

Chi può, dovrebbe fare istruzione parentale o alternativa, chi ha almeno 16 anni e non è più sottoposto all’obbligo scolastico farebbe meglio a passare il tempo fuori da queste gabbie di perdizione.

Per chi sarà costretto a dover andare in questa scuola disastrata, specchio di una società in cui ormai rimangono solo macerie, questo è il mio incoraggiamento:

Siate forti, godetevi la compagnia dei vostri coetanei. Imparate a ribellarvi in modo costruttivo. Non fatevi condizionare dai voti, dalle aspettative dei vostri genitori o di chiunque altro.

Siate coscienti che l’infame green pass ha eliminato quasi tutti i professori validi, che già erano una sparuta minoranza (e non parlo di conoscenze della materia o di tecniche di insegnamento, e nemmeno della passione nel fare il loro lavoro, che riconosco alla maggior parte di quelli che ho conosciuto. Il problema è che purtroppo la maggior parte di loro non è mai uscita dal mondo della scuola e non ha ancora capito nulla del mondo reale).

C’è una guerra in atto, dichiarata soprattutto contro di voi e il vostro futuro. E nella maggior parte dei casi non potete contare nemmeno sull’esempio positivo di famigliari o adulti nella società, che anestetizzati da anni di propaganda mediatica e decadenza di ogni valore umano, non hanno alcuna capacità intellettiva o morale di guidarvi.

Organizzatevi tra di voi, seguite il vostro intuito e soprattutto fate esperienze reali, lontani il più possibile dalla tecnologia su cui un gruppo di psicopatici, quanto potenti tanto deviati, sta costruendo la peggiore delle distopie.

Probabilmente dovrete ingoiare parecchia merda per un bel po’, ma troverete, da soli o in gruppo, il modo per resistere a queste tempeste e riemergere migliori da quelli che vi hanno preceduto.

D’altronde non ci vuole molto.