Si avvicina la fine del mio viaggio in Nuova Zelanda e il passaggio che ho avuto per tornare dal centro di meditazione vipassana fino alle porte di Auckland sarà probabilmente l’ultimo di una serie di avventure in autostop che ho avuto per le due isole di Niu Ziraando (come viene chiamata dagli impareggiabili giapponesi). Ispirato dai racconti di Pietro, ho voluto girare tutto il paese usando il mio pollice come mezzo di trasporto.
E a parte un paio di eccezioni in cui ho voluto prendere l’autobus (per provare l’esperienza e perché avevo fretta di arrivare a destinazione) ce l’ho fatta: ho girato quasi tutta la Nuova Zelanda in autostop!
Ho risparmiato, ho fatto esperienze uniche, sono uscito dalla mia comfort zone e usato le lunghe attese come esercizi di meditazione, ma mentirei se dicessi che è stato facile e divertente.
A esperimento finito posso dire che si, è valsa la pena provare, lo farò ancora in futuro, ma non come regola e sperando di mettere a frutto quello che ho imparato qui. E cosa ho imparato? Lo spiego in un altro post, intanto la fredda cronaca:
Do 9/2 Christchurch-Dunedin
Aspetto quasi un’ora prima che si fermi una macchina, ma la prima mi porta direttamente a destinazione a Dunedin. Sono padre e figlio: il figlio studiava a Dunedin, ma ha trovato lavoro a Christchurch e tornava a prendere le sue cose.
Gio 13/2 Dunedin-Christchurch
8.30 Il mio amico Tone mi lascia in città a Dunedin, riparato dalla pioggia, ma non un buon posto
9.00 un simpatico americano che lavora all’Università mi porta in cima alla collina, alle porte della città. Dopo 5 minuti mi carica un giornalista australiano della radio neozelandese, con cui chiacchiero amabilmente e mi lascia a Palmerston, dove deve realizzare un servizio sulla miniera d’oro che verrà chiusa
10,30 passano 10 minuti e mi tira su una coppia di vecchi turisti inglesi, coi quali ci fermiamo a vedere le rocce sulla spiaggia di Mareke e le colonie di pinguini a Oamaru. Mi lasciano poco dopo Oamaru perché lasciano la strada n1 per andare nella zona dei laghi
13.00 Devo aspettare mezzoretta davanti a una fabbrica prima che si fermi qualcuno: un kiwi sdentato e un po’ sboccato che fuma e beve birra come un ossesso, ma che con me è comunque molto gentile.. mi lascia in centro di Timaru che sono quasi le 2 e mezza e per come era andata la giornata non mi sarei immaginato di dover aspettare quasi 3 ore prima che si fermasse qualcuno ..alle 5 mi do un ultimatum: se non mi carica nessuno entro le 17.30 mi fermo a dormire all’ostello di fronte al quale sto facendo autostop..
17.25 5 minuti prima di arrendermi mi carica una coppia di spacciatori maori che mi porta fino a Christchurch. Sembrano un po’ Jay & Silent bob, facciamo tappa a casa della ex sposa di uno dei due, dove si trova un inquietante cacciatore tedesco con la ragazza romena e altra gente uscita da Twin Peaks. Inizialmente dovevano lasciarmi a un bivio tra Christchurch e Kaikoura, ma facendosi buio e disperando di poter arrivare a Kaikoura, gli chiedo di lasciarmi all’aereoporto di Christchurch dove passerò la notte.
ven 14/2 fuori Christchurch-Kaikoura
A Christchurch butta male. Provo mezzora fuori dall’aeroporto, ma le macchine passano troppo veloci. Mi sposto a Belfast, periferia nord, ma dopo un’ora infruttuosa prendo un bus per Kaiapoi e poi un altro fino a Leithfield
Andrew un ragazzo sulla trentina che mi porta fino a Kaikoura e mi lascia il telefono perché diretto a Bleheim a trovare un’amica. Ci scambieremo sms senza incontrarci, perché spenderà troppo prima che arrivi..
sab 15/2 Kaikoura-Blenheim
Mi sveglio a Kaikoura con la pioggia e decido di comprare un bus all’ultimo momento, perché non ho voglia di perdere tempo oggi. 27$ sono per me un furto, ma così e se mi pare e devo dire che l’autista ci mette del suo meglio, facendo da cicerone quando può, a far si che sia quasi un tour e non un semplice trasferimento
lun 17/2 Blenheim-Picton
Stavolta mi va di lusso: si ferma letteralmente la prima macchina a cui mostro il dito ed è un vecchio di 70 anni, che non solo mi porta fino a Picton, ma mi porta a fare una gita nella splendida baia 20km oltre, dove ha una barca che lo aiuto a lavare. Il vecchio si strafa di marijuana e continua a ripetere “you know what i mean” “ay”, “fuckin this fuckin that”, insomma un po’ rozzo, ma buona compagnia
mar 18/2 Paraparam (1hr treno nord di Wellington)-Ohakune
Cominciato alle 13.20, arrivato alle 20.20. Una maratona ma sono riuscito ad arrivare a destinazione. E’ stata un’impresa riuscire a fare i 235km in una giornata e ho seguito le indicazioni di hitchiwiki e preso un tremo fino a Paraparam (9,5$), che con un nome così era una scelta nobrainer. Purtroppo ho lasciato passare alcuni giorni prima di scrivere e nel frattempo e mi sono dimenticato di alcune cose, anche se grazie a google map ho ricostruito così:
- 1) tipo di cui ho dimenticato tutto da Paraparam fino a Otaki
- 2) un maori da Otaki a Levin
- 3) un altro di cui mi sono dimenticato da Levin a Sanson
- 4) vecchio probabilmente ricchione che mi ha invitato a dormire a casa sua e mi ha lasciato nella strada principale di Mangaweka
- 5) simpatico giudice internazionale di canottaggio che andava ai campionati nazionali e mi ha portato fino al bivio di Waiouru
- 6) camionista che mi ha portato fino a Ohakune quando stava per fare buio
4/3 Ohakune-Taupo
5/3 Taupo-Rotorua
Questa è stata l’esperienza più significativa perché per vari intrecci karmatici, non solo ho ricevuto un passaggio extralusso..ma lo ho pure offerto. La mia amica Karema, conosciuta sull’aereo da Auckland per Christuchurch, era di base a Turangi, un paesino tra Taupo e Rotorua, e si è offerta di venirmi a prendere a Ohakune e portarmi a Taupo e il giorno dopo a Rotorua. Un gesto di una generosità enorme e completamente disinteressato (per ripagarla le ho offerto il pranzo il primo giorno, ma il secondo non solo ha rifiutato, mi ha regalato pure un barattolo di miele prodotto dalla sua famiglia), per il quale le sarò sempre riconoscente. E sulla macchina c’è salito in entrambi i casi pure Gabriel, un ragazzo ungherese conosciuto all’ostello di Ohakune, che dopo un’ora aspettando che qualcuno lo caricasse è venuto a chiedermi se poteva venire con noi.
Ah a Taupo abbiamo fatto una camminata fuori paese verso le cascate di Huka, ma poi si è messo a piovere e così abbiamo fatto autostop fino al ritorno in paese, dove ci ha tirato su una simpatica ragazza tedesca (esistono pure ragazze tedesche simpatiche, ce ne sono abbastanza fuori dalla Nuova Zelanda, un po’ meno in Aotearoa, dove la presenza massicciamente esagerata di crucchi è un problema).
9/3 Dairy Flat- Vipassana centre vicino Kaukapakana
Non ci sono trasporti pubblici per arrivare al centro vipassana, e arrivando in un giorno che non è quello di inizio ritiro, non potevo contare nemmeno su un passaggio offerto da un altro studente. Così ho preso un bus fino a Dairy farm e dopo 15′ svogliati ho iniziato a camminare preparandomi ad affrontare i 17km che mi separavano dal centro come un “trekking meditazione” e fortunatamente dopo 5′ un simpatico kiwi che stava andando a partecipare a un torneo di golf mi ha dato un passaggio fino a quasi metà strada. Da lì, preoccupato per i nuvoloni neri minacciosi ho cominciato a camminare 1km in direzione di Kaukapakana, l’unico centro abitato prima del centro, dove tempo 5′ mi hanno tirato su 2 surfisti belli sballati, che mi hanno offerto di fumare marijuana e poi portato fino a destinazione.
12/3 Vipassana centre – Swanson train station
Ho lasciato il centro il giorno dell’inizio di un nuovo ritiro e non ero preoccupato di non trovare un passaggio sapendo che per esempio una ragazza che avevo conosciuto a Rotorua sarebbe stata portata al centro dal suo partner che doveva tornare indietro. Però mi ha messo di pessimo umore il fatto che un muratore americano che chiama casa Australia, ha passato i 60 e nonostante i mesi passati al centro rimane incazzato col mondo, si è rifiutato di darmi un passaggio, nonostante il responsabile del centro glielo abbia chiesto. E lo ha fatto in modo subdolo: senza dirmi di no, ma casualmente ho sentito la conversazione con suo collega dicendo che stava andando a Auckland e che non mi voleva nell’auto.. il mondo è pieno di gente così, anche tra chi passa mesi nei centri di meditazione…
Comunque mi ha portato una vecchia che era venuta ad accompagnare la figlia al ritiro e in compagni di lei e dei 2 nipotini sono arrivato fino ad Helensville. Qui ci siamo fermati a casa di suo fratello, a cui lei voleva che desse un’occhiata alla macchina. Il fratello però era a portare un gruppo a pescare e mentre aspettavamo con la moglie del fratello si è fatto un po’ tardi, così appena arrivati ha chiesto al collega di darmi uno strappo. Il tipo, molto gentile, mi ha portato fino alla stazione dei treni di Swanson, da cui ho potuto prendere il mezzo pubblico per tornare dalla mia couchsurfing host.
Rileggendo la bozza, mi rendo conto di avere usato l’aggettivo “simpatico” abbastanza volte da renderlo antipatico, ma non ho voglia di pensare a come editare. Chissà forse significa che il prossimo a darmi un passaggio sarà Massimo Moratti
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