Dopo alcuni minuti ad andamento lento per riprendere confidenza dallo shock dell’incidente, sono di nuovo schiena dritta e testa in avanti, teso verso quel cartello Border che più si avvicina e più diventa irraggiungibile come un’oasi nel deserto. A meno di venti chilometri dall’arrivo do’ un’occhiata al tachimetro e mi accorgo che l’indicatore del livello della benzina non potrebbe essere più spostato a sinistra. Rallento e percorro i successivi tre, quattro chilometri a passo d’uomo e sull’orlo di una crisi di nervi, fino a quando non incontro un salvifico benzinaio.