Ripartiamo verso le tre del pomeriggio e decido di affrontare i 90km che mi separano alla frontiera con il Myanmar e all’agognato timbro sul passaporto in scioltezza, cercando di tenere la stessa andatura di Francesco. Un po’ perché c’è tutto il tempo, un po’ perché sono appesantito dall’ottima e abbondante mangiata, e soprattutto, adesso che il traguardo è vicino e posso rilassarmi un po’, perché avverto i sintomi del crollo di adrenalina incipiente. Il mio fisico mi sta presentando il conto dei due giorni in cui ho cagato tutto quello che avevo in corpo e ai quali ho fatto seguire anziché un sano riposo totale, uno sforzo massacrante.