Vagabonding around the World

Tutto quello che posso lasciarmi alle spalle

Mi sono dimenticato di scrivere la caption

Mi sono dimenticato di scrivere la caption

Il mio compagno di cicloturismo nei Balcani, si è imposto di lasciarsi qualcosa alle spalle in ogni tappa del viaggio, come esercizio di frugalità e distacco dalle cose materiali. Arrivato alla fine di questo viaggio, oggi riflettevo che anch’io mi sono lasciato parecchie cose alle spalle. Con l’unica piccola differenza , che il più delle volte non è stata una scelta, ma una dimenticanza.

Già dalla prima tappa a Vilnius, dove mi sono dimenticato il caffè vietnamita a casa della nostra host, che non beve caffè.

Nella fattoria di Murese in Estonia ho lasciato una maglietta nera, che era fradicia dalla pioggia della notte precedente.

A Helsinki mi sono dimenticato di controllare il tragitto del traghetto per San Pietroburgo fino a 1h prima della partenza e il porto di partenza. Risulta che avevo prenotato una crociera anzichè un biglietto andata e ritorno per San Pietroburgo, e una volta arrivato al porto, non era quello giusto. E’ stata la nostra salvezza, avere il biglietto sbagliato, perchè ce l’hanno cambiato senza costi aggiuntivi per il giorno dopo e così non abbiamo perso la nave. Serendipity in full swing

A San Pietroburgo ho lasciato come omaggio all’ostello le due tessere di Eurasia sushi, la catena di ristoranti russi, tanto non mi sarebbe servita… senonchè appena arrivato a Kiev ho visto che c’è anche qui.

In Bulgaria, lasciando Safarov, mi sono lasciato alle spalle il mio compagno di viaggio. E questo è stato sicuramente la separazione più gioiosa e desiderata del mio viaggio.

A Veliko Tarnovo, dopo aver fatto shopping in un negozio di informatica e comprato un nuovo cavo per caricare il mio ipod, ho finalmente abbandonato il vecchio che era incollato con lo scotch da settimane.

A Bucharest la dimenticanza più grande: un sacchetto con tre magliette (di cui una a maniche lunghe che mi era stata regalata e che mi piaceva molto) e costume pantaloncini. La gentile proprietaria dell’ostello l’ha trovata e ha cercato di mandarmela a Chisinau, ma non potevo aspettare un giorno di più.

A Odessa ho “dimenticato” di pagare il conto del barbecue all’ostello. Non è stata una scelta premeditata, ma quando al momento di salire sul taxi ho messo mano al portafogli, aspettandomi la richiesta della cifra da pagare che non è mai arrivata.. beh ho pensato che per quel che ho mangiato e la compagnia che ho avuto, forse si sono vergognati a chiedermi i soldi.

A Chersoneso, la spiaggia vicino a Sevastopol dove siamo andati a fare il bagno un giorno con la gente dell’Eco Camp, ho dimenticato il mio costume da bagno ad asciugare su una roccia. probabilmente è stata una dimenticanza freudiana, visto che pensavo quel giorno a quanto fosse scretto quel costume nuovo e al fatto che ne dovevo comprare un altro.

Mentre ero all’Eco Camp, cercando il biglietto di treno per tornare a Kiev, e non trovando treni su internet, mi sono fatto prendere dal panico e ho anticipato il mio rientro di un paio di giorni, siccome tutti mi dicevano in questo periodo è normale. Così la receptionista mi ha prenotato un biglietto tramite agenzia con un supplemento di qualche euro. Arrivato a Kiev ho scoperto che in realtà cercavo la stazione sbagliata perché la traslitterazione dal cirillico di Kiev è Kyiv e non Kievsski o Kievskaia, come mi ha detto l’altra recpetionista…

Abbandonando l’Eco camp in Crimea ho lasciato nella doccia un po’ di bagnoschiuma, come risarcimento karmatico per tutte le volte che negli ostelli mi sono trovato del bagnoschiuma in bagno.

Appena arrivato a Kiev, preparando la roba da lavare mi sono reso conto che da qualche parte ho perso un calzino…

E mentre scrivo questo post c’è sicuramente qualcosa che mi sto dimenticando…

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  1. Un paio di note:
    1. Finalmente, con un pó di calma e distacco, riesci ad accettare che il biglietto per la crociera é stato un TUO errore! 🙂
    2. Avrei voluto vedere la tua faccia quando hai visto l’Eurasia a Kiev….. io la tessera l’ho tenuta!
    3. Il paese in Bulgaria si chiama Sarafovo, Sarafov é dialetto Milanese, pirlún!
    4. anche il costume “scretto” é un typo freudiano, dovuto al dolore di scroto.

    Senza dubbio ti sei dimenticato di raccontare quante volte mi hai lasciato alle spalle in bicicletta… guardando indietro all’arrivo 😀

  2. 1) Mai negato, ma la tua responsabilità è stata non dabolchecckare, come era tuo compito e ti ho ricordato costantemente

    2) comunque qui c’è Sushiya, http://www.sushiya.ua/ che dicono è meglio
    3 e 4) visti, ma lasciati intenzionalmente
    5)

  3. “Abbandonando l’Eco camp in Crimea ho lasciato nella doccia un po’ di bagnoschiuma, come risarcimento karmatico per tutte le volte che negli ostelli mi sono trovato del bagnoschiuma in bagno.”

    nel prossimo ostello lascero’ 2 confezioni di bagno schiuma …per il mio karma! 🙂

  4. Marcorusti

    ciao Claudio. Hai letto ” A piedi sulla terra ” di Folco Terzani?

    • Ciao Marco
      No! L’ho notato l’altro giorno in libreria, ma non l’ho preso. Vale la pena?

      • Marcorusti

        Secondo me si. L’ho trovato un libro davvero piacevole, l’ho letto tutto d’un fiato. Racconta la storia di Baba Cesare, hippie che diventa sadhu. Storia incredibile. Che mondo!

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