ko phangan house

La mia casetta a Ko Phangan

Il 2009 si è aperto con l’illuminazione durante il mio primo ritiro di meditazione: lasciare il lavoro alla cazzetta. Solo che quando il 4 gennaio ci fu la telefonata per comunicarlo ai miei capi, non feci in tempo a dirlo, prima che loro mi avvertissero che non mi avrebbero rinnovato il contratto che scadeva a metà marzo.

Ancora oggi faccio fatico a perdonarli per questo: alla fine non era più una mia decisione, ma loro. All’inizio non mi sembrò un dettaglio così importante, dato che mi sentii comunque finalmente libero di potermi dedicare completamente a qualcos’altro, visto che erano ormai un paio d’anni che sentivo di essere finito in un vicolo cieco e avevo cominciato a cercare alternative, prima di rimanere senza lavoro.

La verità è che cominciò un periodo di vagabondaggio professionale ed esistenziale, che al momento, quattro anni e mezzo dopo, svariati tentativi e ripensamenti, purtroppo non è ancora finito.

Da allora è anche cominciato un modo diverso di viaggiare per me: basta fare la trottola, spostandomi in continuazione, tanto il mio lavoro mi seguiva ovunque. Da allora viaggio molto più lentamente, fermandomi a lavorare o cercare lavoro, ed è sicuramente un bene.

Nel 2009 non mi sono mosso da Ko Phangan e dalla mia routine legata alla scuola di yoga, fino ai primi di aprile. Mi ero anche iscritto a un corso insegnanti di 3 mesi, ma pochi giorni prima di tornare in Italia per aiutare mia madre nel trasloco da Como a Milano, sentii che avrei dovuto prendere un’altra direzione, probabilmente influenzato dalla fretta di trovarmi subito un’altra occupazione.

La prima occasione di lavoro fu in un ostello a Menaggio. Feci un week end di prova, ma il proprietario cercava altri tipi di persone. Mi consolai viaggiando una decina di giorni per Germania, Belgio e Olanda insieme a una hostess maori-australiana di base a Londra, che conobbi all’ostello e accompagnai per il resto della sua vacanza.

A Maggio mi incontrai con un’amica colombiana e francese conosciute un paio d’anni prima alla frontiera di Iguazù, e viaggiammo per il sud della Francia. Poi me ne andai a Formentera a cercare un lavoro per l’estate, ma dopo 3 settimane infruttuose e sfrattato dal mio temporaneo alloggio, cambiai ancora idea e partii per il Centro America con l’idea di cercare un posto dove aprirmi un ostello.

Attraversai lo Yucatan un po’ troppo di fretta e fui vicino a comprare un piccolo hostal ad Antigua in Guatemala, ma continuai a vagabondare fino a quando un giorno ai primi di agosto vidi in un bar di Granada (Nicaragua) che cercavano un massaggiatore. Nonostante i vari corsi fatti, i massaggi erano per me un hobby e non qualcosa di cui ambivo fare una professione.

Mi presentai e il giorno dopo cominciai a lavorare a Pure, una Spa e Palestra dove finalmente potevo mettere in pratica l’arte imparata in diversi corsi in Thailandia.
Furono due mesi stupendi e me ne andai solo perché era arrivata la stagione delle piogge e il turismo era crollato.

Così me ne andai per 3 settimane in Costarica (che non mi piacque per nulla), prima di tornare in Europa, determinato a trovare un posto in un società di scommesse o poker on line, che era il settore “hot” del momento e quello in cui poter riciclare la mia esperienza di giochi e fantagiochi sportivi on line.

Ai primi di novembre feci un colloqui a Gibilterra per una di queste società, per lavorare nel “costumer care”. Professionalmente era un passo indietro, ma lo stipendio era comunque decente. Non mi presero, perché, a detta loro, “ero troppo qualificato per il lavoro”. Mi fermai comunque in Andalusia fino ai primi di dicembre, prima di tornare a passare il Natale in famiglia dopo 5 anni.

Gennaio- 7 Aprile: Ko Phangan, Thailandia
Aprile: Como-Milano
Maggio:Germania, Belgio, Olanda, Francia
Giugno: Formentera e Barcelona
22 giugno: Messico
Luglio: Belize, Guatemala
Agosto: El Salvador, Nicaragua
Settembre, fino inizio ottobre: Granada (Nicaragua)
Ottobre: Costarica
Novembre: Milano, Marbella
Dicembre: Marocco, La Linea de Conception, Ronda