Ecco da dove viene la foto del mio gravatar: Amazzonia colombiana

Ecco da dove viene la foto del mio gravatar: Amazzonia colombiana

Ricorderò il 2011 soprattutto per gli 8 mesi vissuti a Cali, sucursal del ciel y capital mundial de la salsa, il tempo più lungo che ho passato nello stesso posto in questi anni di vita nomadica. Ma anche per 2 settimane nell’isola di Ometepe a dividere una cabana col nipote di Che Guevara e due mesi in giro nella piacevole Panama, nonché un mese nella deludente Medellin e i giri per la Colombia.

Tornando a Granada ho capito che ero diventato davvero bravo a fare massaggi, tanto che in un mese sono riuscito a ottenere alcuni clienti fuori da Pure, la Spa-palestra dove lavoravo, e un paio di grossi resort hanno tentato di “portarmi via”. Il problema è che offrivano condizioni peggiori di quelle già misere che offriva Pure (che pagava meno di due anni prima, mentre nel frattempo ero diventato molto più esigente). Anche la città era molto meno eccitante rispetto alla mia prima visita..e così all’inizio dell’anno ero di nuovo sulla strada.

La prima fermata è stata l’isola di Ometepe dove ho passato due settimane a “El Zopilote”, una splendida Eco-Finca di proprietà italiana, condividendo la mia cabanà con Canek, un barbuto eccentrico scrittore “medio cubano.. medio mexicano”, che ho scoperto solo mesi dopo essere niente di meno che l’unico nipote di Ernesto Che Guevara.

Da Ometepe sono finito a Panama, dove ho passato un paio di mesi tra Boquete, Las Lajas, El Valle, la capitale e per finire due giorni sulle paradisiache isole di San Blas, nella mia mini crociera per arrivare in Colombia. Mi è piaciuta molto Panama, e ho avuto un paio di momenti nei quali ho pensato di provare a piantarci le tende, ma avevo in mente la Locombia, e locombia fu.

Tutti dicevano meraviglie di Medellin, città moderna dell’eterà primavera, così mi affittai una stanza per un mese, ma rimasi deluso dalla città e il suo ambiente del Poblado, un po’ artificiale e fighetto per i miei gusti. Inoltre se le temperature sono primaverili, il clima è decisamente più autunnale, con ore giornaliere di pioggia.

Deluso da Medellin e dal triste americano che cercava un socio per il suo ostello a Guatapè, dove ho passato la settimana di Pasqua, sono a finito a Cali con il proposito di mettere da parte per un po’ la mia ricerca di un posto dove stabilirmi e distrarmi imparando a ballare ritmi latini nella città che si fregia del titolo di Capital Mundial de la salsa.

Nell’ostello Jovitas c’erano lezioni di yoga e di salsa gratis ogni giorno e una buenisima onda, nonostante dei letti scomodissimi. Inoltre si trovava in un quartiere collinare, San Antonio, a due passi dal centro e dall’atmosfera bohemien. A 1.000 metri di altezza Cali ha un clima splendido, caldo e soleggiato, ma quasi mai afoso. Per le strade era pieno di belle ragazze, molto più attraenti delle “rifatte” di Medellin. C’era una grande comunità di Couchurfing che accoglieva ogni nuovo visitante come il nuovo Messia. Quando dopo solo una settimana di permanenza ricevetti quattro telefonate di inviti in una sera, capii che mi sarei fermato qui molto più a lungo di quel che avevo pensato.

Rimasi due mesi a Jovitas, dove diventai amico intimo di Carlos, il proprietario che mi ingaggiò a dare lezioni di yoga nell’ostello e in un altro centro dove lavorava, e mi illuse che ci fossero grandi opportunità se volevo lavorare come insegnante e massaggiatore. Dopodiche decisi di prendere una “business visa” per rimanere almeno un anno e provare finalmente a fare qualcosa di “mio”, l’opportunità che cercavo da anni.

I primi mesi furono molto incoraggianti, ma in una settimana di settembre mi ritrovai dallo scegliere tra due allettanti partnership a dover lasciarle perdere entrambe. Il colombiano ti illude con la sua allegria, ma a lungo andare ti esaspera con la sua superficialità. Il potere di ahorita è perfetto per passare settimane di spensierata vacanza, un po’ meno se vuoi crearti legami umani e professionali duraturi.

Ho imparato molto, fosse solo per l’iter burocratico di aprire un’impresa, cercare casa e arredarla, discutere progetti con persone, anche se dal punto di vista meramente economico questo rimarrà l’anno in cui ho speso parecchi soldi, guadagnando quasi nulla. Alla fine passerò 8 mesi vivendo a Cali e mi rimangono ottimi ricordi delle persone incontrate e di tutti gli altri posti in Colombia che ho visitato, soprattutto la zona chiamata eje cafetero e la settimana in Amazzonia, ma non la voglia di tornare. E il rimpianto di non aver imparato a ballare salsa come avrei voluto.

Gennaio: Nicaragua (Granada, 2 settimane Ometepe)
Febbraio-Marzo: Panama (Boquete, Las Lajas, El Valle, Ciudad de Panama, San Blas)
Aprile: Medellin, Guatapè (Colombia)
Maggio-Dicembre: Cali, Colombia
Giugno: 5 giorni in Ecuador
Agosto: 7 giorni Amazzonia
Settembre-Dicembre: gite Popayan, San Agustin, Eje Cafetero