Questo post sarà l’ultimo che apparirà su questo blog per il mese di agosto, visto che al momento in cui va on line sarà probabilmente già entrato nel Monastero di Tam Mua, da cui uscirò solo dopo 21 giorni.
Mese: Agosto 2012 Pagina 1 di 2
Tornando in Sud est asiatico dopo 4 anni, una delle cose che ho notato, oltre al fatto che purtroppo l’Euro si è svalutato di oltre il 20%, è che anche gli asiatici hanno cominciato a viaggiare. Sarà un effetto dei voli low cost? Comunque una ventata d’aria fresca, perché di essere circondato da orde di anglosassoni ubriaconi meningicocchi backpacolatus (TM) non ne potevo più.
Il viaggio comincia quando inizi a programmarlo, e con le informazioni che ti offre internet oggi, è da idioti arrivare in un posto senza aver fatto un po’ di ricerche prima. Certo non vi sto dicendo di seguire passo per passo gli itinerari proposti da qualcun altro, o di andare in un ristorante solo perchè lo hanno segnalato su Tripadvisor.
Ultimamente vengo subissato di richieste sull’Antanistan. La voce si sta spargendo rapida, ed essendo uno dei pochi privilegiati ad aver visitato questo paese ancora inaccessibile ai più, è normale che mi si chieda come arrivarci.
35) Sono le 3.30 del mattino. Mi scappa da pisciare da un po’. Fuori piove forte. Apro la finestra del bungalow e piscio fuori. Torno a letto.
29) Lo avevo anche previsto: tanto era alto il morale ieri sera, tanto stamattina ero apatico e scazzoso. Era previsto anche nella lezione di stamattina. Arrivati all’8 giorno, si sentono le reminiscenze di quella vecchia trasmissione Rai , comincia a pensare alla fine del ritiro che è vicina, si vede il traguardo, ci si rilassa per i risultati ottenuti, si comincia a pensare al dopo..e si rischia di non far fruttare la fondamentale parte finale del ritiro.
27) Si avvicina la fine, e con essa il pensiero delle cose che devo fronteggiare una volta fuori si fa più forte, però meno del solito: analizzo lo stato mentale e noto che la preoccupazione è un rigonfiamento del cervello dietro le tempie, a volte anche un respiro che si fa più affannoso. Osservo le reazioni sul mio corpo ed evito di nutrirle. In questo modo si depotenziano e non si attaccano nel profondo.