Credits: Stacey Rubin su Twitter

Dalle mascherine che non stoppano i contagi, ai lockdown che creano solo enormi danni collaterali, all’epidemia di falsi positivi ai vaccini che fanno molto più male del virus: i pilastri della finzione pandemica crollano tutti, una volta esaminati con un minimo di razionalità.

Giorgio Agamben ci aveva visto giusto, quando il 26 febbraio 2020, alla vigilia del primo lockdown di due settimane per abbassare la curva, scrisse un articolo profetico intitolato “L’invenzione di un’epidemia“.

Personalmente ci ho messo mesi ad accettarlo, passando da una fase iniziale di umana paura, durata fino ad aprile, per un virus letale che la Cina aveva nascosto al mondo.

Passando alla fase di “effettivamente il virus non è così pericoloso come gli stessi dati cinesi preannunciavano (anzi in realtà la letalità è di almeno 1/10 di quella stimata inizialmente), ma governi e media hanno perso la testa per il panico e insistono in misure inefficienti e dannose per dare l’illusione di “fare qualcosa”.

Fino ad ammettere, quando a Ottobre 2020 usci la “Dichiarazione di Gran Barrington” da parte degli epidemiologici più quotati al mondo, di critica all’approccio distruttivo copiato dalla dittatura cinese e fu immediatamente oscurata da governi e media di tutto il mondo.

Da allora mi è chiaro, che è tutta una gigantesca macchinazione, la più grande della storia, pianificata e portata avanti a dispetto di ogni evidenza scientifica teorica ed empirica, il cui obiettivo è quel “Grande Reset“, apertamente dichiarato dai registi di questa operazione di ingegneria sociale.

Il grande Reset che secondo i loro piani instaurerà una società di sorveglianza ossessiva e capillare, col sistema di credito sociale cinese.

Purtroppo poche sono le persone che lo hanno capito o hanno il coraggio di accettarlo, e a questo punto difficilmente lo faranno.

Fino a quando questa enorme massa acritica telecomandata non si estinguerà in modo naturale (speriamo il prima possibile), con le difese immunitarie distrutte da sieri sospetti e comportamenti autodistruttivi, saranno la carne da macello che il potere manderà contro i dissidenti, per renderli inoffensivi.

Detto ciò, un po’ per chiarezza personale, un po’ perché c’è sempre la speranza che contribuirà a risvegliare e salvare anche una sola coscienza, mi accingo ad elencare tutte le menzogne dei pilastri su cui si è fondata questa narrazione pandemica.

  1. Almeno il 99,75% di chi contrae il virus sopravvive
  2. Le mascherine fanno solo danni
  3. I test PCR producono tra l’80 e il 95% di falsi positivi
  4. I lockdown aumentano i contagi anziché diminuirli
  5. I vaccini fanno più male del virus
  6. Si ignorano volutamente l’immunità naturale e le cure alternative
  7. La criminalizzazione del dissenso, con la propaganda incessante e la censura di Big Tech contro chi fa notare queste menzogne.

Nei prossimi giorni proverò anche ad approfondire ognuno di questi pilastri della finzione pandemica, grazie al lavoro eccellente di scienziati, storici e persone coraggiose che rischiando la carriera se non la propria vita, continuano a fare opera attiva di resistenza civile.