S. è originaria di Kharkiv, come Sacha e Dacha, la coppia che organizzava le gite nel mio yoga camp in Crimea, ma dallo scoppio della guerra vive in un hotel al Nurgburgring, grazie all’intercessione del proprietario olandese, che le ha offerto lavoro (sottopagato, ma almeno aiuta qualcuno che ha bisogno!) e la possibilità quindi di richiedere asilo politico.

Pur essendo russofona di lingua, purtroppo mi sembra piuttosto brainwashed di propaganda nazionalista. Fino al primo giorno dell’operazione speciale non credeva al conflitto, per lei il battaglione Azov è composto da eroi e vorrebbe cancellare tutto ciò che è russo, inclusa la maggior parte dei parenti, che già viveva o è andata in Russia, e non crede alle foto dei bombardamenti che gli manda e le liquida come propaganda nazista.

Il suo ragazzo, che non è sorprendentemente sotto le armi, non può espatriare. Sua madre ha scelto di non farlo.

In inverno c’è poco lavoro e quindi può viaggiare. Non vede l’ora di conoscere la Sicilia.

E’ la persona con cui ho passato più tempo insieme nei miei giorni pisani. E nonostante la evidenti diversità di vedute su quel che sta succedendo a casa sua, abbiamo goduto reciprocamente della compagnia. Penso che lei abbia capito quanto ho amato il suo paese nei miei viaggi, nonostante vediamo un futuro diametralmente opposto.

Capodanno sul Lungarno

Siamo andati insieme a passare la giornata a Lucca. Poi la notte abbiamo festeggiato insieme il nuovo anno, guardando i fuochi artificiali sul lungarno a Pisa,  presenti anche uno svedese di chiara origine eritrea che parlava un pessimo inglese, e una simpatica donna spagnola, che però non smetteva di parlare.

Io ero stanchissimo, anche piuttosto scazzato (ho sempre odiato la notte di capodanno) e non vedevo l’ora di andare a dormire.

Il mattino dopo lei è scappata alle 5 per andare all’aeroporto a piedi. Io mi sono alzato verso le 9 e finalmente mi sono potuto godere in relativa tranquillità la meravigliosa piazza dei Miracoli, dopo quasi una settimana che la attraversavo di fretta, slalomeggiando tra le frotte di turisti nei miei tragitti per e dalla stazione.

Lei non è la rifugiata ucraina, è solo una delle tante turistiche asiatiche che fa le foto in cui pretende di raddrizzare la Torre