Lao Tzu

29) Lo avevo anche previsto: tanto era alto il morale ieri sera, tanto stamattina ero apatico e scazzoso. Era previsto anche nella lezione di stamattina. Arrivati all’8 giorno, si sentono le reminiscenze di quella vecchia trasmissione Rai , comincia a pensare alla fine del ritiro che è vicina, si vede il traguardo, ci si rilassa per i risultati ottenuti, si comincia a pensare al dopo..e si rischia di non far fruttare la fondamentale parte finale del ritiro.

Nelle camminate non riuscivo proprio a “tenere i piedi per terra”. Avevo un cerchio alla testa, soprattutto alle tempie, pesante. Una nube di pensieri indistinti che mi impedivano di concentrarmi. Da un lato sentivo che mi stavo sforzando troppo di fare le cose bene, dall’altro era come se condizionamenti del passato se ne stessero andando per effetto positivo del lavoro dei giorni scorsi, ma lasciando un’inevitabile scia.

Sensazioni simili a quelle provate nell’area attorno a collo e spalle quando rimango a lungo nella stessa posizione, un misto di sensazione negativa e negativa-positiva. Comunque ho avuto l’illuminazione del giorno quando mi sono ricordato dell’espressione “tenere i piedi per terra”, o l’equivalente inglese “be grounded”, che sarà d’ora in poi la mia espressione magica, la mia ancora quando sarò perso durante la camminata.

30) Ci è stato chiesto come “mindful moment” del giorno, ovvero prestare attenzione in modo particolare a un’azione quotidiana che ripetiamo spesso, di osservarci mentre mangiamo. L’esperienza è stata ai limiti del traumatico, forse la più forte in 8 giorni di ritiro. Non c’è momento nel quale sono più incosciente di quando mangio: non appena ho il piatto davanti ho un blackout del cervello e comincio voracemente a mettere in bocca una forchettata dopo l’altra. Ovviamente mastico troppo in fretta e cosi ho una cattiva digestione e lo stomaco sempre pesante.

Tutte cose che so benissimo da tempo e anche se ogni tanto mi sforzo di mangiare lentamente e masticando più a lungo, è un vizio che non riesco a togliermi. Se ci riuscirò, l’esperienza di oggi la ricorderò come l’episodio shock, un po’ come quello che io chiamo “la mela di Newton”.

Quando mi operai agli occhi per togliermi la miopia, dopo sole 24 ore senza fumare per evitare il possibile contatto del fumo con gli occhi, assaporai il gusto della mela come non mi accadeva da anni. Perché erano anni che non stavo un giorno senza fumare, a meno di non essere ammalato. Quell’episodio mi diede la spinta per smettere completamente di fumare, perché vidi i vantaggi concreti e non lo sentii più come una rinuncia, ma al contrario come un guadagno.
Che cos’è successo oggi? Semplicemente per la mezzora e oltre in cui sono riuscito a rimanere concentrato sul mio piatto ho fatto i conti con una pesantezza alle tempie, un tumulto al cervello, un attacco di incoscienza di rara violenza.

E’ stata un’esperienza liberatoria, perché arrivare calmo alla fine del piatto in questo modo mi ha dato l’impressione, e forse non solo quella, di essermi riprogrammato il cervello. Non che mi illuda mi basti l’esperienza di oggi per cambiare le mie abitudini una volta per tutte, ma questo rimarrà il mio momento chiave, il punto di riferimento a cui guardare.

31) Tanto per cambiare oggi ho dormito durante la meditazione guidata, il momento più importante della mattinata. Non è casuale che dorma ogni volta che ci sono spiegazioni, ma il progresso c’è stato, perchè una volta sveglio mi stava montando la rabbia per l’ennesimo fallimento e per l’andazzo generale della giornata, ma sono riuscito a smontarla subito.

32) Ormai il ronzio delle zanzare è diventato perfino piacevole. Mi passano davanti agli occhi, intorno alle orecchie e si fermano da qualche parte sulla mia testa, e l’unica piccola emozione è la smorfia di soddisfazione nel vedere che l’avversione è ormai prossima allo zero. Riprogrammazione riuscita!