Vagabonding around the World

Metti una sera a Expo con CL

albero vita expo

Albero della Vita all’Expo

Mentre cominciava il meeting ciellino di Rimini, lunedì sera finalmente sono stato all’Expo, per togliermi la scimmia e poter dire a chi me lo chiede che non vale la pena, e l’ho visto con i miei occhi.

Grazie a mio cugino che ci lavora, mi sono goduto una degustazione di vini: il Primitivo di Manduria è per me uno dei peggiori italiani, ma a caval donato non si guarda in bocca e almeno le sommeliers erano simpatiche.

Ho visitato gli anonimi padiglioni di Irlanda, Angola e Nepal, quello del Brasile senza salire sulla rete che si è guadagnata mediaticamente l’appellativo di uno dei “must“, e così anche alle otto di sera c’era una coda di più di mezzora di adulti-bambini che volevano farsi un giretto.

Quella rete insulsa non ha niente a che fare con il tema dell’Expo, ma è sul tema, ovvero il cibo, che arrivano le note veramente dolenti. E’ tutto carissimo e fa quasi tutto veramente schifo. Ho pagato 4,5€ per un empanadina argentina bruciata e 14€ per un bife di cordero invero di buonissima qualità, ma completamente asciugato dalla cottura esagerata e servito freddo. Così si spreca la miglior carne del mondo.

Mi chiedo quale idea uno si possa fare di una cucina straniera all’Expo.

Insomma, per un visitatore sono soldi buttati via, lo spettacolo dell’albero della vita è un gioco di luci carino che dura 15′, ma robetta al confronto di quello che uno può vedersi a Marina Bay a Singapore a gratis ogni sera.

Anche se capisco che lavorarci dentro per un ragazzo giovane è una bella esperienza, che aiuta a uscire dalla provincialità italiana.

Si, ma i ciellini che c’entrano?

Ho frequentato ciellini troppo a lungo durante i miei anni universitari.

Erano (credo tuttora siano) di gran lunga il gruppo più potente e organizzato in Cattolica e per uno che arrivava senza amicizie (erano tempi in cui qualunque diplomato in informatica trovava un buon lavoro in meno di un anno e non c’erano altri pazzi in giro che preferivano invece iscriversi a Filosofia) (e nemmeno ero uno studente fuori sede che poteva contare su compagni di appartamento o di pensionato) e una sincera curiosità per il Cattolicesimo, visto che non mi ero sorbito il catechismo alle elementari e non avevo mai fatto la Prima Comunione, come il 99% dei bambini italiani, è stato facile farmi cooptare per un po’.

Il primo anno sono andato alle loro vacanzine. In realtà a quella estiva io non volevo andarci perché non avevo soldi. Loro si offrirono di pagarmela. Finita l’estate, a settembre sono venuti a chiedermi i soldi, inventandosi che mi avevano detto che mi avrebbero pagato solo il viaggio (80.000 delle vecchie lire, mentre il costo della vacanzina era  450.000, come se 1/6 della spesa mi avrebbe cambiato qualcosa).

Al mio primo esame, un diacono (così si chiamano quelli che contano) degli anni superiori andò dalla Prof. (una ciellina), a segnalare che “ero uno di loro”. Lo stesso elemento mi promise ogni giorno per un mese che mi avrebbe fatto avere un lavoro part time all’Università, dissuadendomi dal darmi da fare personalmente, che ci avrebbe pensato lui.

Mi fidai, ed effettivamente i ciellini piazzarono molti dei loro figli di papà borghesi in questi lavori, ma non me. Potrei andare avanti per ore, ma chiunque ha avuto a che fare con questa marmaglia, verrebbe fuori con il mio stesso giudizio: con le solite dovute rare eccezioni, non ho incontrato persone umanamente più false, ipocrite, misere e detestabili.

E’ per questo che l’intervento di Mattia Fantinati al Meeting è stato per me qualcosa di liberatorio.

E’ un peccato, perché quando lessi Il senso religioso”di Don Giussani, trovai molte risposte alla mia sete di spiritualità. L’ho ripreso qualche giorno fa e l’ho trovato meno ispiratore, ciò nonostante né consiglio comunque la lettura.

Ed è un peccato anche per tanti giovani ingenui che si mettono al servizio di una delle lobby più corrotte e potenti politicamente, che veicolano messaggi repressivi e diametralmente opposti all’essenza cristiana.

Ma era l’ora che qualcuno andasse nella tana del lupo a dirgli quello che sono. Se anche solo uno dei volontari (ma io scommetto saranno più di uno) si è fatto qualche domanda in coscienza, è valso la pena farlo.

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  1. quanto stai a milano ? io torno domenica sera, vengo a farmi un giro in città

  2. che bell’articolo. Uno, condivido sui ciellini, due essendo architetto mi sento in dovere di andare all’Expo ma ho la sensazione che sarò delusa.Fortuna che di sera costa poco!

    • Grazie. Si almeno una visita la sera falla, anche se molti padiglioni chiudono presto e comincia a fare freschino, però almeno ti fai un’idea

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