I veri Caraibi cominciano ad Antigua e Barbuda. Dalla vivace capitale di St John al ponte del diavolo, passando per il sito Unesco di English Harbour, spiagge da cartolina e la foresta tropicale che sale fino a 1.000 metri.Dunque, dove eravamo rimasti. Era il 26 Aprile del 2014 quando entravo in Nagorno Karabakh. Ufficialmente parte dell’Azerbaijan, ma indipendente sotto l’ombrello dell’Armenia. Il Nagorno è stata la mia nazione n°99 del mio personalissimo cartellino. E da allora è passato più di un anno e mezzo prima di poter riassaporare la sensazione di mettere piede in un paese in cui non ero mai stato.
Questa piacere antico l’ho riassaporato ad Antigua. Isola caraibica con un perimetro di 54 miglia e un’area di 280km2, che insieme all’isola di Barbuda, forma il paese di Antigua e Barbuda, n°100, yu-hu!, yuppidu, tre colpi di clacson avrebbe fatto il grande Bettinelli.
Antigua senza Barbuda
Antigua, da non confondere con la città coloniale di Antigua, Guatemala, si pronuncia Antiga, ed è stata la mia prima vera esperienza con il Caribe. Dopo l’assaggio della vacanza cubana di una quindicina d’anni fa, e la patina insopportabile mista europea /americana di Sint Marteen, Aruba e Curacao, le altre isole che ho visitato. (E che comunque non contano come nazione, appartenendo a Olanda e in parte Francia).
Il piano per Antigua era quello di girarmela in solitudine, per evitare compromessi con qualcuno random dei gruppo di nomadi digitali con cui sono in crociera. Ma appena sceso dalla barca, mentre mi facevo dare la mappa dell’isola, mi sono fatto convincere da una coppia sudafricana/inglese con cui avevo cenato la sera prima, a unirmi al loro gruppo che voleva affittare un auto.
Alla fine eravamo in 5, con una canadese e un’inglese a completare la compagnia, e abbiamo preso un van da 9 posti, al prezzo di 20$ a testa. All’inizio, seduto in fondo soffrendo il mal d’auto su strade piene di curve e buche, in mezzo a gente con accento quasi incomprensibile, avevo maledetto la mia incapacità di dire no. A fine giornata però posso dire che sono contento di aver fatto questo giro in auto. Non avrei mai potuto vedere praticamente tutta l’isola coi mezzi pubblici e il compromesso è stato accettabile.
Cosa fare ad Antigua e Barbuda
Il nostro giro in auto è cominciato dal porto di St John, in direzione Devils bridge, il ponte del Diavolo. Un promontorio con vento forte e mare impetuoso, dove buttavano la gente in mare. Subito dopo ci siamo fermati nell’adiacente spiaggia privata di Long Bay.
Era ancora relativamente presto e non c’era quasi nessuno, così ci hanno lasciato entrare senza dire niente. La nuotata in questa baia paradisiaca insieme ai cormorani che si buttavano a ripetizione dal cielo per pescare, rimarrà il momento più bello della giornata.
La piantagione storica di canna da zucchero non merita più di 5 minuti di sosta e non i 2$ di ingresso, che per fortuna nessuno ha chiesto. La tappa successiva è stata il sito Unesco di English Bridge.
English Bay
Nelson dock yard è patrimonio protetto per il suo valore storico. La sua baia riparata è stata la base caraibica della flotta britannica nell’epoca d’oro del commercio della canna da zucchero. Oggi è un porto per yacht extra lusso e non merita gli 8$ di ingresso, per quel che mi riguarda.
Però il lookout dal view point in cima alla collina è spettacolare. Dice che si possono vedere le isole di Montserrat e Guadalupe. Ma non nel pomeriggio con il sole addosso. Tra una fermata per bersi un cocco fresco e una per provare la birra locale, abbiamo attraversato la rain forest che si arrampica fino a 1.000 metri d’altezza. Per arrivare poi nelle belle spiagge che si susseguono nel sud ovest dell’isola. Ci siamo fermati a fare un bagno in Carlyle beach, Love beach a Nest beach, prima di tornare a St John.
Avevamo lasciato la capitale ancora dormiente e l’abbiamo ritrovata piena di vita locale. Purtroppo anche di traffico. Ci abbiamo messo quasi mezzora a parcheggiarla e restituirla, e non abbiamo potuto passeggiare con più calma per assaporare la vita locale, perché siamo arrivati giusto in tempo prima che chiudessero l’accesso alla nave.
Antigua è il Caribe che mi ero immaginato. Un’isola molto verde, ondulata, e dall’atmosfera rilassante. A parte l’enclave bianca extra lusso di English Harbour, nel resto dell’isola sono tutti neri e rasta. Mi sembra che tutti hanno una vita dignitosa: case decenti, gente ben vestita, auto moderne, atmosfera rilassata. Mi piacerebbe un giorno fermarmi un’isola così per qualche giorno. Senza le pressioni da toccata e fuga di chi ci arriva in crociera.
Giuseppe Fanelli
Bella Clach, sei arrivato a 100 con il mare e il sole!
cloudio
mare, sole, cuore, amore!
Daniele
Complimenti per la centesima!
cloudio
cento di queste centolle!