Tatarstan

Tataro del Tatarstan. (Foto: Gianluca Proietto)

La Federazione Russa è divisa in 84 entità federali o unità amministrative, 22 delle quali sono repubbliche. Di queste 22 Repubbliche, il Tatarstan, con capitale Kazan, è la seconda più popolosa, una delle più ricche di storia ed economicamente sviluppate. 

Gianluca da Parma, che ama farsi chiamare Alex Goldstein, è partito dalla sua Parma in bicicletta (ribattezzata la Poderosa), con destinazione Pechino. Ecco la sua testimonianza dal Tatarstan del luglio 2016.

In Tatarstan in bici

Nella foto, il mio compagno di stanza a Naberezhnye Chelny, una città industriale del Tatarstan orientale. Si tratta di un giovanissimo ragazzo tataro. I suoi lineamenti, i suoi capelli ed il taglio dei suoi occhi, sono la testimonianza di secoli di convivenza tra etnie differenti.

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In questi giorni ho visitato il Tatarstan per la seconda volta. Kazan, la sua capitale, viene definita l’Istanbul del nord. Il paragone forse può apparire un po’ azzardato, ma il ruolo di Kazan come centro di scambio culturale e mercantile è innegabile.

Andiamo con ordine. In primo luogo, uno dei fattori da tenere in considerazione quando si parla di Tatarstan è la posizione: si estende dalle terre del Volga, nella Russia europea e termina ai piedi della catena degli Urali, la quale sancisce la fine dell’Europa e l’inizio dell’Asia. Assieme alla Baschiria, costituisce la porta settentrionale tra Asia ed Europa.

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Fin dall’antichità questa terra ha mostrato la sua vocazione per gli scambi culturali e commerciali diventando un grande mercato internazionale. Già in epoca medievale e divenendo poi la culla del Jadidismo. Movimento islamico modernista che tendeva a favorire un approccio scientifico alla vita ed a costruire il dialogo con le altre religioni ed etnie.

Oggi il simbolo di questi secoli di tolleranza, scambi culturali e convivenza pacifica è all’interno del Cremlino di Kazan. Dove la splendida Moschea Kul Sharif è posizionata al fianco della Cattedrale dell’Annunciazione. In quest’epoca di nazionalismi, incomprensioni e conflitti, i suoni che provengono dalle campane e dai minareti si mescolano e generano un’unica voce, la quale ci ricorda che un altro mondo fatto di dialogo e tolleranza è possibile ed auspicabile.

Dopo aver attraversato il Tatarstan, Gianluca è adesso in Baschiria. Potete seguire in diretta il racconto di viaggio di Alex, sulla sua pagina facebbok.

La parola più ricercata in italiano associata al Tatarstan è donne. È per questo che vi rimando a questa bella gallery del fotografo Sergej Poteryaev. Il quale ha cercato di raffigurare, come fossero moderne Madonne, le donne del popolo tataro.



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