Un ora o due di traghetto separano Buenos Aires da Colonia del Sacramento, piccola città coloniale visitata di giorno e tranquillissima di notte, se non fosse per una colonia di una ventina di cani randagi che pattugliano le strade e i cui ululati sono fastidiosi piuttosto anzichè no.

Di Montevideo ricordo un’atmosfera altrettanto tranquilla, anche se ovviamente stiamo parlando di una Capitale. La verità è che a me tanto Colonia che Montevideo mi sono parsi una dependance della Gran Buenos Aires, non troppo diverse da El tigre. Impressionante però, e tipica uruguagia, la quantità di mate che viene consumata. Ho visto gente in bicicletta con una manu sul manubrio e una sul mate, gente passeggiando con il termos in spalla..

Reduce dallo stadio dove ho visto Uruguay-Brasile. Biglietto di tribuna Amsterdam (è il nome di una delle due curve) comprato al bagarino, 300$ uruguagi (costava 70), meno di 10€. Gli spettatori che cantavano festanti “a este putos tenimos que gañar”, ce l’avevano col posgio (pollo) Oliveira, forse perchè è gobbo.

A par ca, l’Uruguay è poco guay, cioè tranquillo, pure troppo. Diciamo triste si e un po’ autunnale. La gente mi ricordano i turchi che vendono kebab a Londra: seri, gran lavoratori, ma con il cuore in inverno.