Buddha sotto l’albero, riceve l’illuminazione. E tu? E io?


Nell’ultimo capolavoro di Luis Malle prima di morire poche settimane dopo nel 1994, Zio Vania sulla 42esima strada, un gruppo di attori di ritrova in un decadente teatro di Broadway a provare l’opera di Checov. Li vedi arrivare vestiti normali, iniziano a chiacchierare e non ti rendi conto immediatamente quando finiscono i saluti e quando cominciano le prove delle recite.

Il primo giorno del ritiro mi ha fatto lo stesso effetto. Dopo esserci trovati tutti sabato 6 alle 13 per confermare l’iscrizione, eravamo tutti liberi fino alla stessa ora del giorno dopo, quando siamo stati convocati ancora per la conferma definitiva e le ultime istruzioni prima di dover tornare alle 18.00 per l’inizio ufficiale del ritiro. Così, con una dozzina di compagni di ventura siamo scesi dalla collina fino in riva al mare a consumare l’ultimo pasto e conoscerci un po’. L’atmsofera era talmente rilassata che informale che mi sembrava che il ritiro fosse finito, non che stesse per iniziare in un paio d’ore.

Quel che seguiranno d’ora in poi sono le trascrizioni degli appunti che ho preso a mano durante il ritiro. Per me che ho una grafia talmente orribile che spesso non riesco a capire quello che ho scritto, è stato un esercizio ulteriore di consapevolezza.
Ovviamente sono note un po’ scarne, ma se almeno 10 persone mi chiederanno di elaborarle meglio, lo farò. In mancanza di foto del ritiro le accompagnerò con foto di meditatori famosi.

1) La 1a notte al monastero, quella prima dell’inizio del ritiro, l’ho passata insonne, tra la durezza e la scomodità del giaciglio e l’adattamento al posto nuovo e andare a dormire alle 9.
2) Al primo giorno vero di ritiro così mi addormento di sasso verso le 10, prima del pranzo e dopo aver preso confidenza con la meditation hall
3) Il letto per terra e le docce fredde col secchiello: questo set up è sicuramente il più scomodo tra i ritiri a cui ho partecipato
4) A colazione mi pungono due zanzare, nonostante abbia appena messo su un po’ di repellente. Le vedo sulla mia mano e sul mio piede e l’istinto è di provare ad ammazzarle. Questo però è contro le regole del ritiro e mi limito con meno forza a scacciarle. Il bozzo della puntura però è molto più piccolo e meno fastidioso del solito: buon karma per averle risparmiato la vita! Ma soprattutto credo sia il risultato che la mia mente non ha reagito come al solito.
5) Il mio ipod ha la batteria quasi scarica e il caricatore non funziona. Dovrò fare a meno di sveglia e orologio per quasi tutto il ritiro! Un’altra occasione di detox, oltre a internet e tutte quelle piccole o grandi dipendenze quotidiane.
6) Ok, cancelliamo il punto precedente. Ho noleggiato l’allarme perchè il pensiero di svegliarmi nel pieno della notte senza sapere che ore sono era troppo.
7) Nella prima vera sessione del ritiro, quella delle 18.30, sperimento subito il meglio e il peggio. Il meglio perchè trovo subito una posizione comoda, rilasso tutti i muscoli e in pochi minuti raggiungo uno stado di meditazione profonda che quando suona la campanella ti dispiace. E il peggio perchè mi addormento durante il discorso introduttivo!